Se si pensa alla Scandinavia difficilmente si pensa al sole, alla luce, al caldo. Si pensa piuttosto a inverni lunghi e bui dove la notte sembra non finire mai. Eppure se il sole uno se lo porta dentro, nel carattere, viene tutto più semplice. Hans Nielsen ha un portamento elegante e la faccia sorridente che quando lo si guarda viene subito voglia di rispondere, garbatamente, con un altro sorriso. Quando era giovane ricordava tanto quell’attore così in voga negli anni Quaranta, quell’americano che con l’ukulele in mano cantava, ridendo, when I’m cleaning windows. Sì, proprio lui, George Formby. Sarà per quello che gli amici cominciano a chiamarlo allo stesso modo: Formby. Un po’ Hans gli somiglia veramente, ma un po’ è per lo stesso atteggiamento solare e per i modi d’altri tempi che gli mettono quel soprannome.
“Now I go cleanin' windows to earn an honest bob For a nosy parker it's an interestin' job Now it's a job that just suits me”.
Chi pulisce le finestre si guadagna soldi onestamente e vede molte cose, canta Formby, è un lavoro duro, ma con i suoi lati positivi, soprattutto per chi è curioso, aggiunge l’attore. Hans ha esattamente lo stesso spirito quando a quindici anni, a metà degli anni Cinquanta, finita la scuola deve trovarsi qualcosa da fare. Ha appena cerchiato con la penna rossa due annunci sul giornale, il primo gli interessa veramente, si tratta di fare il meccanico in un’officina in città. A lui piacciono le moto, ne ha una e si sente portato per i motori. L’altro è come riparatore di pipe da Suhrs Pibereparation, un negozio di pipe sempre vicino a casa. Due opportunità differenti, ma altrettanto appetibili per chi deve lavorare. Quando si cerca lavoro non si può essere schizzinosi, pensa positivamente Hans. Così si presenta come prima scelta nell’officina, sperando in cuor suo di poter assecondare la sua passione. Peccato che lo stesso pensiero l’hanno fatto in molti. Davanti a lui infatti c’è una coda di ragazzi più o meno della sua età, tutti in attesa di fare il colloquio. Appena compresa la situazione Hans sorride, dispiaciuto ma non troppo. Non ha nemmeno voglia di aspettare che sia il suo turno e così si dirige verso il negozio di pipe. Un’alternativa in fondo lui ce l’ha, chissà se gli altri aspiranti meccanici possono dire la stessa cosa. Da Shurs Pibereparation non c’è nessuno. È l’unico ad aver risposto all’annuncio e così, con un sorriso, può cominciare a lavorare già l’indomani. Tornando a casa pensa alle parole che dovrà dire alla madre. Un lavoro ce l’ha, questo importa, anche se non è quello che sperava. La paga non è quella del meccanico, se ne rende conto, ma chissà quali cose si possono vedere aggiustando pipe, così come lavando le finestre, Formby insegna. Il suo passo è veloce e soddisfatto e senza pensarci sta canticchiando una canzone che gli mette allegria, muovendo in aria le dita delle mani come se la stesse suonando su un pianoforte immaginario.
“And if I never had a cent, I'd be rich as Rockefeller, With gold dust at my feet, On the sunny side of the street”.
I soldi non sono tutto. Certo, la mamma non è della stessa idea quando lui le dà la notizia, ma in mancanza d’altro per il momento va bene così, anche perché quello delle pipe non può essere un lavoro di una vita, dice lei. Forse ha ragione. In fondo è lei che si occupa della sua formazione per ora. È lei che lo manda a lezione di piano distogliendolo spesso dai passatempi della sua età. Ma la musica è metodo e creatività, la musica è libertà ed eleganza, la musica è un’ottima compagna per formare il carattere, Hans non può che essere d’accordo. E magari anche sulle pipe la mamma ha ragione. Comunque sia il giorno dopo si comincia. Al negozio Hans non è solo, oltre al proprietario, Poul Rasmussen, c’è un altro garzone, Sven Knudsen col quale nasce subito una buona amicizia. Sistemare quelle pipe malconce e farle ritornare a funzionare diventa quasi una missione per Hans. Attraverso il suo lavoro sente che riesce a fare felici le persone, dando una nuova possibilità alle loro compagne di fumate. E più sono ridotte male queste compagne, più grande è la soddisfazione di farle risorgere. Ne vede di tutti i tipi, di tutte le marche, le studia a fondo, impara a conoscerne difetti e pregi alla prima occhiata. Hans non ne costruisce, ma saprebbe benissimo come fare.
“If you can see what I can see, When I'm cleanin' windows”.
Gli amici che lo chiamavano Formby hanno preso col tempo a storpiare il soprannome che è diventato ormai “Former”. Sembra quasi che il destino gli stia indicando la strada. Lui deve modellare, dare forma, creare.
Due anni ad aggiustare pipe e poi la mamma, che di fondo non è mai stata contenta di vederlo in quel negozio, insiste perché si trovi un lavoro più ragionevole. Dice proprio così, ragionevole. Cos’ha di non ragionevole il mondo della pipa, si chiede Hans? Ragionevole è però dare ascolto alla mamma, comunque, senza perdere mai il sorriso.
“Grab your coat and get your hat, Leave your worries on the doorstep, Life can be so sweet, On the sunny side of the street”.
E così un giorno va da Poul Rassmussen e gli dice che ha trovato un posto da meccanico, il suo primo vero amore. Andrà ad aggiustare motori e non più pipe. Poul capisce che qualcosa gli sta sfuggendo di mano, sono diventati amici ormai lui e Hans e anche se davanti ai suoi occhi ora c’è un ragazzo non ancora maggiorenne che dice di aver capito cosa vorrà fare da grande, sa che lo deve lasciare andare, ma non del tutto. Gli chiede infatti di averlo in negozio almeno al sabato. E Sven? Pure lui si è messo in proprio e guarda caso chiede a Hans di aiutarlo nei ritagli di tempo. Le pipe sembrano non voler lasciare andare Former tanto facilmente. Checché ne dica la madre, pare proprio ci sia un futuro per lui in questo mondo. E la vita intanto continua, fra pipe, motori, lezioni di piano e sorrisi. Arriva il servizio militare, un anno distante da tutti e da tutto. Poi, al congedo, arriva anche il rientro nell’officina, un lavoro rispettabile, o meglio, ragionevole, come direbbe la mamma. Una mattina di sole, camminando dal lato assolato della strada, come la canzone che tanto gli piace, decide di passare a salutare i vecchi amici. La vetrina di Shurs Pibereparation è sempre la stessa: i tre gradini per scendere in negozio, scampoli di luce rubati all’esterno da quella grande finestra sulla strada, pipe in bella mostra. La porta quando la apri fa sempre il solito rumore, un campanello per avvisare che qualcuno è entrato e un frrrrrrr di strisciata sul pavimento. Bisogna sempre un po’ forzarla per farla scorrere. È la polvere, effetto collaterale del lavorare col legno. Poul è intento a leggere il giornale. Non se l’aspetta di avere visite. Sentito il campanello alza gli occhi per accogliere quello che lui crede essere un cliente. Prima di metterlo a fuoco ci vuole un po’, giusto il tempo di un sorriso. Former, i suoi modi eleganti e il suo buon umore, eccoli di nuovo a casa! Guarda caso sul giornale Poul ha appena letto che da W. O. Larsen stanno cercando un pipemaker. Hans non se lo fa dire due volte, anche se lui di pipe non ne ha mai fatte in realtà. Ma che ci vuole se per due anni non hai fatto che vivisezionarle per farle funzionare?
“If you can see what I can see, When I'm cleanin' windows”.
Non ci sono segreti per lui. Poul sa che ha tutte le carte in regola per riuscirci e chissà che non sia il modo per strapparlo dai motori e rimetterlo sulla strada della radica, una strada più consona alla sua persona e al suo stile. Così prende in mano la situazione e chiama Sven Bang, manager alla W.O. Larsen. “Ho l’uomo che fa per te, smetti pure di cercare” gli dice. Former ha vent’anni, l’eleganza di un sorriso e in tasca un nuovo futuro. La mamma se ne farà una ragione. Il colloquio da W. O. Larsen va bene, ma poi arriva la prova pratica: deve riprodurre otto pipe come da catalogo della casa danese. Former chiama Sven, che fra l’altro da Larsen ha già lavorato. Gli chiede se può usare il suo laboratorio e nel giro di un weekend diventa Former di nome e di fatto. Il risultato è eccellente. Lavorerà da W. O. Larsen per dieci lunghi anni, riuscendo a condensare esperienza e talento nelle sue pipe. Poi nel 1972, camminando sempre dalla parte assolata della strada, per carattere, arriva la prima di una serie di nuove opportunità.
Prima è il mercato Giapponese a chiedergli di creare delle pipe Former, poi quello tedesco, finchè nel 1986 arriva un’offerta interessante. Il proprietario di una piccola fabbrica di pipe in Svizzera gli chiede di creare una linea di pipe semilavorate classiche d’alta qualità e di formare di conseguenza tutto lo staff. Former accetta la sfida e la svolta non è solo professionale. Ad aspettarlo infatti non ci sarà solo la conferma del suo talento con la “Bentley Former’s Design”, ma ci sarà anche Daniela, che nel giro di poco diventerà sua moglie.
“Can’t you hear the pitter-pat And that happy tune is your step Life can be complete On the sunny side of the street”
Nel 1997 è tempo di tornare in Danimarca. Un desiderio non solo geografico. Tornare a casa per Former significa anche tornare alle radici della sua professione per concentrarsi appieno sulle sue pipe fatte a mano, tornando al freehand e ridando così di nuovo significato al suo soprannome. Dare forma, modellare, creare. Niente più macchine fra lui e la radica, solo confidenza e rispetto all’insegna dell’eleganza delle linee e dei modi. Così Daniela e Former trovano una casa vicino al loro grande amico Sven Knudsen a Toksvaerd, un piccolo paesino vicino a Copenhagen e là si stabilizzano. Nel 2009 per celebrare i suoi primi cinquant’anni da pipemaker, Former crea una pipa dedicata all’anniversario. Quanta emozione quando i suoi colleghi durante l’international pipe show in Cina, l’hanno festeggiato con una grande torta. I suoi gesti così raffinati che l’hanno seguito in questo lungo percorso di vita sono tutti condensati nelle linee delle sue pipe. Basta vederne una e subito viene voglia di sorridere, con garbo. Una cosa dice sempre Hans della sua storia da pipemaker, che bisogna avere pazienza e non dimenticare che si sta lavorando con un pezzo di natura. Non si sa mai cosa può nascondere al suo interno e devi essere disposto a cambiare idea in corsa se la materia te lo impone. Un po’ come ha fatto con la sua vita, quando ha capito che le pipe erano la venatura della sua anima che andava assecondata. Quando sua mamma lo andava a trovare, ridevano spesso della sua (della mamma) scarsa lungimiranza in fatto di lavoro “ragionevole”. Meno male che ha fatto un figlio che ha saputo camminare sempre dalla parte assolata della strada, sorridendo con eleganza.
Un ringraziamento particolare a Hans Nielsen "Former" per il contributo dato alla realizzazione di questo articolo
Milano, ottobre 2013