Un oggetto non nasce in cinque minuti. Ci vogliono anni, secoli, a volte millenni perché la "cosa", pensata o frutto di un caso, fabbricata, desiderata, usata assuma la sua forma definitiva; salvo future e sempre possibili variazioni. La stessa idea di quell'oggetto può cambiare nel tempo in tanti modi anche impensati man mano che variano il contesto, il modo nel quale lo usiamo, ciò che ci aspettiamo dal fatto di usarlo, i materiali, i modi di produzione e diffusione... L'evolversi di quell'oggetto, assieme a quello di tanti altri, diventa un aspetto importante della Storia.
Se per noi la pipa è quella in radica, sappiamo abbastanza bene come e quando è nata. Più complicato e interessante è partire da quei primi esemplari in argilla, fabbricati in un continente appena scoperto, piombati in Europa nelle mani di marinai commercianti e avventurieri. Ma è l'idea stessa della pipa a venire da più lontano. Da quando, ad esempio, ci si inebriava collettivamente attorno a un fuoco di erbe odorose, non importa quali. O da quando s'iniziarono a usare cannelli per "succhiare" meglio quel fumo, o s'inventarono i primi rozzi sistemi di fumata individuale.
O ancora da quando qualcuno, molto prima di Cristoforo Colombo, si accorse che le foglie di certe piante selvatiche dai bei fiori avevano interessanti proprietà. Piante allora esclusivamente americane, oggi comprese nel genere "Nicotiana" e rientranti nella grande famiglia delle Solanacee. Originarie dell'altipiano centroamericano e del Messico meridionale, erano presenti anche nei luoghi dove, credendo fosse l'India, sbarcò nel 1492 il navigatore genovese: l'arcipelago delle Bahamas e poi l'isola di Cuba.
I membri della spedizione si trovarono davanti tante cose mai viste: fra esse certe "grandi foglie secche" che gli indigeni tenevano in gran conto e offrivano come cosa preziosa. Due marinai mandati per qualche giorno in perlustrazione incontrarono sul loro cammino "molta gente, uomini e donne, che si dirigevano ai loro villaggi con un tizzone in mano e quelle erbe che usano per i loro suffumigamenti". Così racconta il diario di bordo di Colombo, dando solo una vaga idea di un uso locale troppo inconsueto per essere realmente compreso; perlomeno finché uno dei marinai non decise di provare. Da una successiva cronaca della spedizione si capisce di più: "erano erbe secche arrotolate in una certa foglia, secca anch'essa, che formavano una sorta di tubo... lo accendevano a un'estremità, succhiavano dall'altra e assorbivano il fumo... Questi tubi... essi li chiamavano tabaccos".
Insomma: "tabaccos" erano i "tubi", non la pianta, che in terra americana aveva già un nome,"petun". Forse un termine onomatopeico legato al rumore delle labbra quando si fuma, che alcuni europei poi ripresero anche in opere scientifiche. Ma non bastò: forse per un equivoco, forse per estensione, quella pianta è rimasta "il tabacco". La petunia invece, che col tabacco è solo imparentata, vanta bellissimi fiori mentre le sue foglie non hanno particolari qualità.
Ma la presenza di quei "tubi", una via di mezzo fra sigaro e sigaretta, come pure delle pipe di vario genere che i primi europei trovarono in altre parti d'America, denotava un uso personale del tabacco simile a quello che noi conosciamo? Può anche essere, ma non è detto: il fenomeno "fumo" ha sempre avuto, specie nel passato, molteplici aspetti. Per approfondirli abbiamo solo indizi spesso contraddittori che emergono da scavi archeologici, antiche cronache, usanze di popoli che in età moderna vivevano o tuttora vivono isolati in remoti angoli del pianeta.
All'inizio fu il fuoco, naturalmente. Il dono di Prometeo era il centro della comunità, dei suoi riti. Il fumo che emanava aveva valenze ultraterrene nel suo allargarsi e restringersi, nel suo dirigersi verso il cielo. Se poi si bruciavano determinate erbe o sostanze vegetali si creava meglio l'"atmosfera": il popolo, i sacerdoti o semplicemente lo sciamano, l'indovino giungevano più facilmente al giusto stato di esaltazione, di abbandono. A proposito di Prometeo il mito racconta che suo fratello Epimeteo, incantato dal fumo del fuoco che lui stava per sottrarre agli dei, s'era messo a inalarlo con l'aiuto d'una cannuccia... Nel quinto secolo avanti Cristo Erodoto riferisce l'uso che, probabilmente nei riti funerari, gli Sciti facevano della canapa: gettavano grani di resina su pietre arroventate e ne aspiravano i fumi lanciando urla di gioia. Il fumo (con ogni probabilità, di tabacco) era ben conosciuto anche dall'antico popolo americano dei Maya. A Palenque (Messico) c'è un bassorilievo in un tempio del sesto secolo d.C. nel quale un sacerdote in tenuta da cerimonia tiene accostata alle labbra l'estremità d'un lungo tubo. Dall'altra estremità esce un denso fiotto di fumo.
Usi come questi, nei tempi antichi, sono in qualche modo documentati in tante parti del mondo e avevano innanzitutto un ruolo sociale: magico, religioso, ma anche terapeutico. In Europa, oltre che in Africa e Asia, si utilizzavano in vari modi le esalazioni di canapa, tussilagine, lavanda, giusquiamo, origano, timo, menta, verbena, incenso. Si citano anche ritrovamenti di "pipe" romane in diverse parti d'Europa (ma alcuni contestano la datazione) e un affresco a Ercolano nel quale alcune donne userebbero "pipe", ma viene da chiedersi: a cosa servivano realmente questi oggetti, in quale contesto, bruciando quali erbe? Difficile si trattasse di tabacco: non ne è mai stata trovata traccia negli scavi archeologici e nemmeno nei documenti scritti. Ed è strano che di un costume così importante e coinvolgente, sempre che davvero esistesse, si sia poi totalmente persa la memoria in Europa fino al Cinquecento; che la relativa pianta, ammesso abbia mai attecchito in Europa prima di Colombo, si sia poi totalmente estinta. Sappiamo invece, dal ritrovamento di pollini durante scavi effettuati nello Yucatan, che il tabacco già esisteva in America fin da quindicimila anni fa.
Se è vero che tabacco e arnese per fumarlo sono strettamente connessi, dobbiamo dunque cercare in America le origini della pipa; ma senza scordare che tanti dei passaggi che hanno portato a questo oggetto come oggi lo intendiamo si sono verificati anche in altre parti del mondo.
Al Pascià