All’inizio del Novecento, nell’Impero Ottomano, vivevano i Pascià. Era questo il massimo titolo onorifico ufficiale di Istanbul; se ne fregiavano, posponendolo al nome, le persone più altolocate dell’amministrazione e dell’esercito. Gente molto agiata, immersa in un lusso quasi scandaloso che in Occidente era diventato proverbiale. Vivere come un Pascià era il sogno, l’augurio scherzoso in voga anche nella Milano del 1905 nella quale un diciottenne di nome Paolo Carati approdò con l’idea precisa di farvi affari in veste di rappresentante...