Vedendo le sue pipe si penserebbe a tutto fuorchè a un luogo di lavoro come quello di Axel, dove ogni attrezzo è appeso al muro al proprio posto, dove ogni pezzo di radica ha la sua carta d’identità e guai se sfugge qualcosa e dove persino la polvere si sente in difficoltà a coprire il pavimento. Eppure alcune delle sue pipe hanno forme così particolari che sembrano colte direttamente in giardino, in uno dei vasi di fiori che circonda la piscina. Altre sembrano essere state strappate al vento mentre litigava col fuoco. Altre ancora danno la sensazione del lento scorrere del tempo che si è condensato in un blocchetto di legno. Un tale contrasto con il processo creativo e la quotidianità di Axel che se non fosse per i baffi che si arricciano alle estremità e che ogni tanto, quando ha le mani libere dalla pipa, si attorciglia con pollice e indice, verrebbe da pensare che è quasi impossibile che lui e le sue pipe siano fatti della stessa pasta. Aveva già visto tutto Rainer Barbi, il suo mentore, la persona senza la quale Axel, a detta sua, non sarebbe nemmeno la metà del pipe maker che è diventato... continua