Zio Bernardo era piccolino, furbo, generoso. Aveva fatto fortuna a Londra. Dopo che era tornato, operava in diversi settori d’impresa: la persona giusta a cui chiedere una mano. Gli ultimi anni, per Enea Buzzi, erano stati intensi: nel 1943 il diploma di ragioniere, l’anno dopo in montagna coi partigiani e poi l’Università Bocconi, lasciata presto per impiegarsi nell’Azienda Elettrica di Varese, infine un’attività in proprio nel campo delle auto usate… Ma non era soddisfatto. Quel fuoco che gli bruciava dentro era lo stesso di nonno Achille, che fra il 1890 e il 1893 si era costruita nel Comune di Brebbia, vicino a Varese, una piccola centrale elettrica capace di fornire energia alla filatura di famiglia e a diversi paesi lungo il percorso. Lo stesso del padre Carlo Andrea detto Gino, che aveva aperto e gestito una tessitura a Gavirate finché la crisi del Ventinove non l’aveva costretto a chiudere. Una famiglia di imprenditori insomma, imparentati con imprenditori, amici di imprenditori: quasi un obbligo, per Enea, prender la stessa strada...continua