E' già il fumo, di per sé, a creare effimeri disegni nell'aria; ma ben più interessanti sono le produzioni grafiche e artistiche che dal costume di fumare traggono spunto: quadri più o meno famosi, stampe, fotografie e -perché no?- anche i francobolli.
Le prime emissioni postali recavano volti di sovrani e poco altro; le ultime potremmo paragonarle a una raffinata raccolta di figurine. Come le figurine, infatti, i francobolli sono in grado di raffigurare qualsiasi cosa o quasi: dunque anche il tabacco e il suo uso. Per trovare quel che ci interessa bisogna però evitare i primissimi anni e decenni, nei quali la parte iconografica era mirata a contrastare le contraffazioni e a diffondere (come le monete) le effigi o i simboli del potere. Andar oltre, ospitare su francobollo qualche importante avvenimento o rievocazione e poi più in generale uno specifico tema avrebbe richiesto migliorie tecniche, più complessa organizzazione e un cambio di mentalità. Apparsi nelle nazioni più progredite a fine Ottocento, i francobolli "illustrati" e "illustranti" ebbero uscite dapprima stentate, poi sempre più frequenti spinte anche dal montante collezionismo. In questo ambito anche il tabacco s'è via via ritagliato il suo spazio.
Non è da meravigliarsi se una delle prime volte (forse la prima) fu su un francobollo cubano. Era il 1928 quando, per celebrare la sesta Conferenza Internazionale Americana, uscì una serie di 10 valori: nella vignetta del 13 Centesimi si ritenne doveroso effigiare una piantagione di tabacco. Ma a Cuba, si sa, il tabacco è di casa e i suoi francobolli l'hanno spesso illustrato: dalla coltivazione fino ai sigari nella loro scatola. Due anni dopo, nel 1930, fu la volta di 7 valori emessi per la Libia dalle Poste Italiane in occasione della IV Fiera Campionaria di Tripoli: il francobollo da 50 centesimi mostra la pianta del tabacco. Così, da comprimario, infilandosi in serie dal tema più vasto, questo esordiva nella filatelia; ma già nel 1935 i quattro francobolli di posta aerea del Paraguay lo promuovevano a protagonista abbinando alla pianta la scritta "el tabaco paraguayo es de excelente calidad".
Da allora un crescendo: inserito in serie di piante, fiori, industrie, esportazioni oppure protagonista in singoli e serie dedicati a congressi esposizioni o altro sul tabacco, questo era sempre raffigurato e percepito in forma neutra in quanto prodotto, attività, motivo d'orgoglio o segno distintivo d'un settore, d'una nazione; senza accenni negativi. Degna di nota in questo periodo la serie italiana del 1950 "conferenza europea del tabacco" nei cui tre valori compaiono il tabacco Bright Italia, il Kentucky Italia e una contadina con pianta del Lecce Yoka; ma vanno citati, negli anni successivi, altri congressi o esposizioni sempre in tema: 1963 in Rhodesia, 1966 in Grecia. Del 1959 è il francobollo austriaco sui 175 anni del Monopolio; uno francese del 1961 celebra i 400 anni dell'introduzione in Francia di alcune piantine di tabacco da parte di Jean Nicot, di ritorno dalla sua missione diplomatica in Portogallo.
Proprio in quegli anni esordiva un altro genere di francobolli sull'aromatica erba, meno istituzionali ma quasi sempre tali da connotare la nazione emittente; esempio ne è quello emesso nel 1959 dall'Ungheria per la giornata del francobollo. Quel personaggio che fuma la pipa segna un passaggio: dal tabacco come prodotto al tabacco come consumo. Nel caso illustrato il classico arnese per fumare pende dalle labbra di uno sconosciuto; siamo nel genere "folklore". In altri casi è un personaggio famoso, il soggetto d'un quadro d'autore, l'eroe d'una storia illustrata a fumare la pipa il sigaro o la sigaretta. In altri ancora, protagonista è l'oggetto stesso: una pipa reperto d'un museo o esemplare d'artigianato locale, un sigaro, addirittura (una sola volta e - come vedremo - in un contesto particolare) un pacchetto di sigarette. Fra i personaggi effigiati citiamo Van Gogh (St Vincent, 1990) Braccio di Ferro (USA, 1995) Sandro Pertini (Italia, 1996); fra le pipe quella surreale di René Magritte che "non è una pipa" apparsa nel 2011 in un foglietto del Mozambico e i quattro valori etnici del 1993 targati Angola. In generale non si tratta, se non indirettamente, di inviti al consumo di tabacco: è piuttosto un modo di documentare il costume d'un luogo, di un'epoca. Certamente, anche se è solo una sfumatura, il messaggio sembra meno neutro che non nella tipologia precedente. Per una ventina d'anni questo genere di francobolli s'è sporadicamente affiancato a quello più istituzionale. Poi, nel 1980...
Già s'era visto qualche esempio di propaganda anti fumo su francobolli: del 1976 è un interessante esemplare della Cecoslovacchia nel quale un uomo e una donna che fumano sigarette sono associati a un teschio. Ma è il 1980 l'anno cruciale: sull'onda d'una crescente campagna d'opinione anti-tabacco, l'accordo fra tante amministrazioni postali portò all'emissione di francobolli o serie contro il fumo di sigaretta da parte di ben 24 nazioni. Da allora questo approccio al tema, ben diverso da quelli precedenti, s'è imposto stabilmente nel panorama internazionale delle emissioni, anche se negli anni seguenti si è rimasti ben lontani dall'exploit del 1980. Vero è che, da quel momento in poi, i tre generi di francobolli sul tabacco si sono divisi il campo, con una prevalenza del genere "anti" e una persistenza degli altri due con un certo equilibrio fra di essi.
Nel francobollo anti-tabacco la sigaretta è onnipresente, o quasi; la pipa non appare. Frequenti sono l'uomo o la donna che fuma, come il riferimento al cuore o ai polmoni; spesso fa capolino il teschio. Ma le varianti metaforiche, le trovate grafiche non si contano. Messaggi non certo neutri, a toni quasi sempre forti drammatici e diretti, raramente attenuati dall'ironia. Il più ironico di tutti, davvero accattivante, è un francobollo israeliano del 1983 venduto con un talloncino esplicativo. Accenna al fumo solo indirettamente, raffigurando un posacenere il quale però è colmo di lenti di cioccolato. Spiegazione sul talloncino: "la vita è più dolce senza fumo". C'è poi un altro modo, ancor più sottile, di avversare il fumo: cancellarne accuratamente le tracce. Nel 1994 Robert Leroy Johnson, bluesman degli Anni Trenta del Novecento ispiratore di tanti artisti di epoche successive, ebbe dall'amministrazione postale americana l'onore d'un francobollo a lui dedicato. Per realizzarlo si era partiti da una foto originale nella quale Johnson, suonando la chitarra, tiene una sigaretta fra le labbra; nella versione modificata sul francobollo, della sigaretta non c'è più traccia. Ci furono polemiche per quello che venne definito falso storico e incidente culturale; reso ancor più irritante dal fatto che lo stesso trattamento di "rimozione della sigaretta" fu poi riservato anche all'attore James Dean (1995) e al pittore Jackson Pollock (1999). Un francobollo austriaco del 2013 sembra rispondere a questo eccesso di zelo con una provocazione: sbattere in primo piano un pacchetto di sigarette; ma la storia è ambigua e complessa e merita d'essere raccontata.
Waltraud Lehner, da sposata Waltraud Höllinger, è un'artista austriaca d'avanguardia nata nel 1940 che, nel 1967, decide di adottare un nome d'arte: Valie come nome, Export come cognome, dunque VALIE EXPORT. Complesso spiegare il perché della scelta: basti sapere che è ispirata a una marca di sigarette: le Smart Export. Il pacchetto che sul francobollo è insistentemente mostrato dall'artista, che in secondo piano fuma, è una rielaborazione ironica del pacchetto originale in vendita nelle tabaccherie. Insomma quello delle Poste austriache non è francobollo pubblicitario ma omaggio a un'artista; la sua emissione è comunque un'operazione coraggiosa che, in clima sfavorevole al fumo, ha fatto un certo scalpore.
Chi non si è mai preoccupato di nascondere la sua passione per l'aromatica pianta e in particolar modo per i sigari sono le Poste cubane le quali, anche negli ultimi anni, non hanno esitato a valorizzare in francobollo la rinomata produzione locale. Andando a ritroso è particolarmente interessante, sempre restando a Cuba, la serie del 1970: tre pezzi dedicati alla "historia del tabaco".
Abbiamo dunque iniziato da Cuba per concludere con Cuba; ma è la produzione filatelica mondiale nel suo insieme a costituire un corpus ricco di spunti, sia nel documentare i tanti aspetti del tema tabacco sia nei tanti rimandi a situazioni storiche e realtà artistiche. Ne può risultare una discreta collezione tematica, interessante anche per chi non fuma; ma ancor più coinvolgente per chi, passando in rassegna i francobolli, non smetta di fare qualche tiro e di emettere fluttuanti nuvolette.
Questo articolo è apparso sul numero 47 (Maggio 2015) della rivista "L'Arte del Francobollo". Lo riproduciamo (con qualche modifica) per gentile concessione di C.I.F. srl Editore, che sentitamente ringraziamo.