Sono passati tre anni dalla scorsa Running Pipe e quando quest’anno ci siamo messi in viaggio per OAfrica ci è venuta una strana allegria. Un’allegria fatta di certezze e incognite, di condivisione e unicità, di consapevolezza e sogni. E come ogni viaggio che si rispetti anche questo è stato un viaggio di crescita e di scoperta. Sapere che saremmo entrati nel laboratorio di 16 diversi pipemaker in giro per l’Europa, che li avremmo stimolati in qualche modo a dare il loro contributo e che a ogni tappa ne saremmo usciti diversi, ci faceva sentire più leggeri, nonostante a volte fosse pesante mettersi in macchina e macinare kilometri. Essere in due però ci ha aiutato, ci si confrontava, si chiacchierava, si rideva e anche quando arrivavano dubbi o preoccupazioni era più facile sdrammatizzare. E nei silenzi si rielaborava, ognuno per conto proprio, sapendo di partecipare della stessa emozione.
In dieci giorni abbiamo visto cambiare paesaggio fuori dal finestrino e dentro di noi, abbiamo sentito parlare l’inglese con diversi accenti, da quello tedesco a quello danese e greco, abbiamo vissuto sulla nostra pelle il lavoro delle mani e dell’immaginazione di tanti artigiani. E ogni volta, chiusa alle nostre spalle la porta di uno dei pipemaker, era sempre più forte la convinzione che si stesse tutti seguendo un disegno voluto da qualche forza della natura, da un’energia del mondo che sovrasta il singolo ma ci abbraccia tutti universalmente.
Per fare una pipa infatti non bastano dei ciocchi di radica per quanto, modestamente, di ottima qualità, ci vuole soprattutto la capacità di entrare in sintonia con la materia. E questa mediazione tra concretezza e desideri che è lasciata nelle mani dell’artista, non è cosa semplice, credete a noi che la viviamo da dentro. Ci è capitato di sentire l’esitazione di qualcuno di fronte a un difetto inaspettato, ma subito dopo abbiamo avvertito il brivido dell’intuizione che ne ha fatto un punto di forza, dandoci una nuova forma. In fondo vedere il mondo con gli occhi di una radice ti cambia la prospettiva e essere i due pezzi di radica selezionati per partecipare alla Running Pipe 2015, non ve lo nascondiamo, ci ha riempito d’orgoglio ma anche di responsabilità. Se non fossimo stati all’altezza? Ce lo siamo chiesti varie volte durante il viaggio e meno male che Cosimo e Leonardo di Al Pascià, da cui tutto ha avuto origine, ci hanno scarrozzato per 6.000 kilometri in giro per l’Europa, dal mare della Liguria al mar Baltico, facendoci sentire sempre al sicuro e soprattutto facendoci sentire sempre semplicemente noi stessi. Nella partecipazione abbiamo sentito tanta libertà, la libertà di essere quello che si è veramente, nel rispetto della libertà dell’altro naturalmente e accomunati da un unico nobile obiettivo. Tutti hanno donato una parte di sé consapevolmente, una parte fatta di tempo, creatività e fatica, il che non è poco se ci pensate. È proprio questo che secondo noi rende anche quest’anno il progetto della Running Pipe ancora più prezioso e all’asta non verranno messe le pipe, ma tutto quello che le ha precedute e le ha rese possibili. Compresa la buona volontà di due pezzi di radica come noi che nel loro destino avevano scritto di poter essere le radici dei sogni dei bambini di OAfrica. Perché anche i sogni hanno bisogno di radici se si vogliono realizzare. Non dimentichiamolo.
Agahu e Atsia sono due pipe straordinarie e uniche, create con amore da sedici tra i migliori Mastri Pipai al mondo.
Un ringraziamento speciale a Axel Reichert, Benni Jorgensen, Cornelius Maenz, Eder Mathias, Former, Frank Axmacher, Jurgen Moritz, Kai Nielsen, Karin, Kent Rasmussen, Konstantinos Anastasopoulos, Kurt Balleby, Lasse Skovgaard, Mimmo Romeo, Peter Heding e Tonni Nielsen.
il viaggio delle Running Pipes 2015 non è ancora finito, le pipe saranno messe all’asta su Charitybuzz.com dal 24 novembre al 17 dicembre. Un appuntamento per gli appassionati e per tutti coloro che vogliono aiutare i bambini meno fortunati. All’asta non verranno messe solo le pipe, ma tutto quello che le ha precedute e le ha rese possibili.
Agahu e Atsia, nate da due radici di radica, sono destinate a diventare le radici dei sogni dei bambini di OAfrica. Perché anche i sogni hanno bisogno di radici per essere realizzati: l’intero ricavato dell’asta andrà a OAfrica, associazione non profit che si batte dal 2002 per offrire un futuro e una famiglia amorevole a oltre 5000 orfani e bambini vulnerabili in Ghana.
Grazie per il tuo supporto!
Eder Mathias - Karin - Mimmo Romeo (Taggia Italia)
Cornelius Maenz (Germania)
Axel Reichert (Germania)
Frank Axmacher - Jurgen Moritz (Germania)
Kurt Balleby (Danimarca)
Kent Rasmussen (Danimarca)
Kai Nielsen (Danimarca)
Peter Heding (Danimarca)
Lasse Skovgaard (Danimarca)
Benni Jorgensen (Danimarca)
Former (Danimarca)
Tonni Nielsen (Danimarca)
Konstantinos Anastasopoulos (Grecia) a Milano
Eder Mathias - Karin - Mimmo Romeo (Taggia Italia)