Corpo principale 563 metri per 124 (quasi 7 ettari), 33 metri d'altezza nel transetto centrale, superficie utile fra pianterreno e gallerie circa 9 ettari, percorso espositivo oltre 13 chilometri: era l'edificio più grande e innovativo del mondo. Costruito a tempo di record con elementi prefabbricati di vetro e ghisa ai margini di Hyde Park, il Crystal Palace era l'emblema stesso della moderna tecnologia, degna sede per la Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations: la primissima Esposizione Universale, concepita per celebrare i fasti dell'era industriale ma soprattutto quelli di una Gran Bretagna al culmine della potenza coloniale e manifatturiera. Dal primo Maggio all'11 Ottobre 1851 sei milioni di visitatori fluirono in quella monumentale serra osservando e apprezzando quanto di meglio potesse offrire la produzione di tutto il mondo. La metà dell'edificio rivolta a occidente era riservata alla Gran Bretagna e alle sue colonie: aggirandosi nei vasti spazi delle gallerie superiori ci si poteva imbattere, fra oggetti d'ogni genere, anche in qualche pipa.
Nella South Central Gallery, classe 23 - Works in precious metals, jewellery. etc, la londinese John Inderwick proponeva una meerschaum finita in argento e oro con rappresentazione della morte di Nelson finemente intagliata nel poroso materiale. Il tubo, brevettato, era tale da poterlo comprimere per convogliare più facilmente il fumo in bocca. Nella North Transept Gallery affacciata sul transetto centrale, nella classe 25 - China, porcelain, earthenware etc, esponeva la William Southorn & Co. di Broseley: pipe in argilla ma di un'argilla specialmente trattata per accrescerne la porosità. Anche la tecnica di smaltatura era innovativa, le imboccature erano verdi. Particolarmente interessante, sempre nella North Transept Gallery, la classe 29 - Miscellaneous manufactures and small wares: due diversi espositori, entrambi londinesi, proponevano pipe. John Yerbury una patent diaphragm pipe, recente brevetto di William Staite con sistema a diaframma per intercettare gli umori del tabacco, realizzata nel gres molto duro caratteristico dell'azienda che l'aveva prodotta: la Josiah Wedgwood and Sons. La Benjamin Barling & Sons ben otto meerschaum con diverse finiture in argento e altri materiali. Due avevano linee semplici, le altre sfruttavano adeguatamente la lavorabilità della schiuma proponendo prevalentemente soggetti del regno animale: gran belle pipe, che fruttarono alla Società l'ambitissima medaglia ufficiale dell'Exhibition.
Anche nell'ala orientale del Crystal Palace riservata alle altre nazioni c'erano pipe, e nemmeno poche. Esemplari esotici, a secco e ad acqua. Pipe in argilla turche, greche, francesi delle rinomate società Dumeril e Fiolet. Nelle aree austriaca e tedesca, fornelli dipinti in porcellana e i relativi tubi in legno, oltre a pipe totalmente in legno o in altri materiali. Ben tredici espositori austriaci, più altri di Stati tedeschi, proponevano pipe e bocchini per sigari in raffinata meerschaum. Due società di Ruhla, in Turingia, esponevano in quantità pipe d'ogni genere.
La Londra del 1851 contava circa 3.300.000 abitanti, parecchi dei quali immigrati dall'Impero e dalle nazioni più povere d'Europa: un'immensa metropoli, per l'epoca; ottimo mercato per ogni genere di prodotti. A metà Ottocento le pipe erano abbastanza richieste in città, grazie anche all'arrivo d'uno strumento per accendere ben più comodo delle braci: il fiammifero. Ma per la maggior parte dei londinesi l'unica pipa concepibile era ancora fatta d'argilla. Quelle in legno o in porcellana erano praticamente ignorate. Delle meerschaum, arnesi per palati fini e discreti patrimoni, i più non sapevano quasi nulla: tanto che il catalogo ufficiale dell'Esposizione, in corrispondenza dell'esemplare della John Inderwick, si premurava di spiegare provenienza caratteristiche e impieghi di quel materiale. Fu, in effetti, proprio la Great Exhibition a lanciare definitivamente la schiuma di mare, la quale comunque era già disponibile a Londra sotto forma di pipe perlomeno dal 1815.
In quell'anno (o qualche anno prima) aveva fondato la sua azienda Benjamin Barling: terza generazione d'una famiglia d'argentieri. L'attività, tra l'altro, consisteva nell'importare pipe meerschaum completandole con finiture in argento. La John Inderwick, presente anch'essa all'Esposizione, aveva iniziato a fine Settecento con gli argenti; il suo negozio restò poi a lungo famoso per le pregiatissime meerschaum. Il tedesco Adolph Frankau era giunto a Londra nel 1847, iniziando a importare pipe meerschaum e tabacco. Passata l'Esposizione altri s'erano aggiunti: Henry Perkins ad esempio, anch'esso argentiere e importatore di meerschaum a partire dagli anni Cinquanta. Il francese Emil Loewe, che nel 1856 aprì negozio e laboratorio di pipe, trattando probabilmente anche meerschaum. William Astley, che nel 1862 diede inizio alla gloriosa storia di Astley's, celebratissima tabaccheria, con una buona offerta di meerschaum.
Non è chiaro, per questi primissimi esempi, se si fabbricassero sul posto le pipe in schiuma o ci si limitasse a importarle ed eventualmente rifinirle. Più probabile quest'ultima ipotesi. Ma con gli anni Ottanta la situazione sembra cambiare. C'è traccia, nelle cronache, di intagliatori di meerschaum "rubati" a Vienna per farli lavorare a Londra. I due fratelli Frederick e George Kapp di Norimberga arrivano a Londra nel 1865 e l'anno successivo figurano già nei locali registri quali fabbricanti di meerschaum. Nei primi anni Settanta inizia l'attività sempre a Londra anche un giovane russo, Frederick Charatan, probabilmente già esperto in meerschaum. Circa nel 1875 Joseph B Brown di Kingston upon Hull fonda la JBB: fra le sue offerte, meerschaum con finiture in argento. Nel 1876 operavano a Londra ben trenta fra fabbricanti e importatori di pipe in schiuma. Anche negli anni successivi aprirono altre società legate alla meerschaum, ma la parabola di questo materiale si avviava al declino: ancora qualche decennio e la gloria della schiuma si sarebbe drasticamente ridotta. Fra i diversi motivi, forse il principale era l'affermarsi, inaspettato ed esplosivo, di un nuovo diverso e sorprendente materiale per pipe.
Sui tempi e i modi dell'ingresso, nel mondo della pipa, della radice dell'Erica Arborea ci sono tante diverse versioni; certo è che ai tempi dell'Exhibition, perlomeno in Gran Bretagna, non se ne sapeva nulla. Quando, nel 1856, il francese Emil Loewe fondò la sua Compagnia, forse non affiancò immediatamente le pipe in radica a quelle meerschaum; ma è opinione abbastanza comune che sia stato proprio lui a introdurre a Londra il nuovo materiale. A partire dal 1861 altri lo imitarono: Louis Blumfeld, ex lavorante del defunto Adolph Frankau e ora titolare della Società; Benjamin Wade, fondatore (1860) a Leeds della società Ben Wade; William Astley, della famosa tabaccheria; Charles Oppenheimer fondatore nel 1860 di una grossa società di import-export; Samuel Weingott, tabaccaio a Fleet Street dal 1865; i due fratelli Kapp. Alcuni erano semplicemente importatori o commercianti di pipe in radica, altri (Loewe, Blonfeld-Frankau, Wade, Weingott, Kapp) iniziarono subito o quasi subito a fabbricarle nei loro laboratori. Ma altri artefici si avvicinavano a un mercato che si faceva ogni giorno più interessante.
Dal 1865 anche la Barling si avvicina alla radica, rifinendo in argento (oltre alle meerschaum) pipe di quel materiale; stesso discorso per la JBB; a pochi anni dal suo esordio anche Charatan adotta la radica; nel 1874 Frederick Kapp si sposta a Dublino dove porrà le basi per la futura Kapp and Peterson mentre il fratello rimasto a Londra resterà attivo per altri dieci anni; nel 1876 Louis Blumfeld, titolare della Frankau, constatando quanto le pipe in radica diventino sempre più importanti, crea per esse il marchio BBB, Blumfeld’s Best Briars, che più tardi prenderà il significato di British Best Briars.
Nel 1879 arriva a Londra Henry Comoy, francese di Saint-Claude, "capitale" della nascente industria della radica. La sua famiglia, che fabbrica pipe dal 1825, ha già una buona esperienza nel nuovo materiale che Henry utilizza subito aprendo la sua prima officina. Nel 1883 il tabaccaio Weingott fonda una società apposita, la S. Weingott & Son, per la fabbricazione di pipe in radica. Nel 1888 William Henry Carrington fonda la sua azienda a Manchester: meerschaum e radica con il marchio WHC. Nel 1890 Thomas Martin, dopo otto anni di apprendistato in diverse aziende fra cui la Loewe, fonda il suo primo laboratorio nel villaggio di Blakesley dando vita al marchio Blakemar. Nel 1898 la Frankau apre a Homerton una fabbrica che andrà avanti fino agli anni Ottanta del Novecento. L'anno dopo, a Londra, Louis Orlik fonda la sua manifattura; John Louis Duncan fonda la Duncan Briars.
Al cambio di secolo la comunità inglese dei pipemakers era sempre più agguerrita e numerosa, forse troppo numerosa per un mercato non più così florido, insidiato com'era da sigari e sigarette. Ma dalle situazioni difficili emergono i migliori e i più forti. Nel 1900 la società Oppenheimer acquista in Francia, a Saint-Claude, due manifatture di pipe; nel 1902 aggiunge al suo carniere la società GBD, fondata a Parigi nel 1850; nel 1906 apre a Saint-Claude una grande fabbrica dove si installano le due manifatture precedentemente acquistate. Nello stesso anno la Barling inizia a produrre in proprio parte delle sue pipe di radica; nel 1909 arriverà a produrle tutte autonomamente. Nel 1907 Alfred Dunhill apre il suo negozio in Duke Street; nel 1910 inizierà la sua autonoma produzione forte anche dell'esperienza e della maestria di Joel Sasieni, "rubato" alla Charatan della quale era uno dei migliori Maestri. Nel 1908 Edmund Hardcastle fonda la sua società. Poi arriva la guerra.
Scoppia la pace e sembra che la voglia di pipe non si sia fermata. Nel 1919 nasce la società Davies & Huybrecht, poi nota come London Castle: pipe raffinatissime vendute in unico negozio a Londra; nello stesso anno Joel Sasieni, dopo aver lavorato per Charatan e Dunhill, sceglie la libertà fondando la sua azienda personale.
Ma gli Anni Venti non sono affatto facili per le pipe, e tanti devono prenderne atto. Già nel 1917 la Perkins passa alla famiglia Adler collegata alla società Oppenheimer, la cui controllata GBD produce ormai sia a Londra che a Parigi. La stessa Oppenheimer ingloba nel 1920 sia la Frankau, con il suo marchio BBB, che la Loewe, e inizia a entrare nel capitale della Comoy. Una crescita tumultuosa, quella della Oppenheimer: per evitare confusioni si decide di creare una controllata, la Cadogan Investments Ltd, che faccia da holding a tutte le società acquisite nel campo della pipa. Il nome deriva da Cadogan Square, la piazza di Londra dove stanno gli uffici. Nel 1929 Comoy entra definitivamente nell'orbita Cadogan ma non è ancora un'acquisizione, intanto ha chiuso la JBB e la Weingott, ceduta dalla famiglia, inizia una serie di passaggi di mano che non faranno bene al marchio. Chi invece sta sotto l'ala Cadogan prosegue proficuamente l'attività: la holding lascia molta libertà d'azione alle controllate. Anche Dunhill si muove: nel 1922 ha fondato la società Parker, nel 1935 inizia l'acquisizione di Hardcastle, che completerà nel 1946.
Passata la guerra, è il regno delle sigarette. La corsa delle pipe prosegue, ma in un contesto che continuamente si trasforma è difficile adattarsi. Nel 1960 la famiglia Barling getta la spugna e cede tutto alla Imperial Tobacco Company: inizia un periodo difficile per il marchio, che si riscatterà solo nel 1975 grazie a un nuovo proprietario. Nel 1962 cede anche la famiglia Charatan, vendendo al tedesco-americano Herman Lane il quale acquista nello stesso anno anche la Ben Wade. Dopo un altro passaggio, la Charatan passerà poi (1976) alla Dunhill che poi la venderà per riacquistare infine il marchio nel 2002. Nel 1979 è la volta della Sasieni, che fino a quel momento ha retto bene il mercato e ora viene ceduta dalla famiglia: perpetuerà le sue alte tradizioni perlomeno fino a un nuovo passaggio di mano avvenuto nel 1986. Nel 1980 Cadogan acquisisce definitivamente Comoy, rilevando anche Orlik e Weingott. Ora la politica aziendale è diversa: non sono più i tempi d'una relativa autonomia concessa alle diverse Società, si tende ad accentrare e ad accorpare, sacrificando anche qualche marchio: Weingott decade e cessa l'attività. Nel 1988 chiude anche la Carrington/ WHC di Manchester.
Non è più il tempo della pipa per tanti: gli arnesi da fumo rientrano ormai nel novero dei prodotti per amatori i quali, si sa, sono molto esigenti. Sotto l'ombrello di grandi nomi e holding alcuni dei marchi più gloriosi continuano la corsa; altri, antichi ma rimasti orfani, sono ripescati e rimessi in gioco; in parallelo corrono i pipemakers indipendenti.
Nel 1976, quando la gloriosa fabbrica è venduta a Dunhill, alcuni Maestri Charatan se ne vanno mettendosi in proprio: Barry Jones e Kenneth Barnes, in particolare, fondano insieme una società a Tilshead: la James Upshall, che passa nel 1996 a un nuovo proprietario. All'inizio degli anni Ottanta nascono le pipe Ashton: il titolare William Ashton Taylor ha lavorato a lungo alla Dunhill. Nel 1995 Duncan Briars passa a Ben Wilson, cognato di John Duncan; nel 1998 lo stesso Wilson rileva dalla Dunhill Il marchio Ben Wade, da questa acquisito nel 1976 assieme a Charatan, e lo rilancia. Nel 1999 chiude London Castle. Chiudono in quegli stessi anni i due antichi negozi Inderwick e Astley's.
Gli anni Duemila riserveranno certamente altre sorprese, si spera buone, nel campo delle pipe britanniche. Intanto i collezionisti si contendono gli esemplari antichi: Dunhill e Charatan, è ovvio, ma Barling, Sasieni, Comoy, BBB, Ben Wade, Loewe, Orlik non sono meno desiderate. E c'è pure chi cerca le marche minori, ma non meno interessanti, che costellano questa storia, tentando di ricostruire percorsi ormai quasi dimenticati.