Pipa: l'importante è cominciare
Qualsiasi cosa si intraprenda, attività importante o solo una piacevole esperienza, è arduo iniziarla senza un minimo di preparazione. Meglio fermarsi un attimo, guardarsi intorno e chiedersi: quali le istruzioni per l'uso? Quali le regole? Ma soprattutto: quante istruzioni, quante regole?
Il minor numero possibile, diciamo noi a chi non ha mai provato la pipa ed è tentato da un mondo così particolare fatto di gesti, sensazioni, sfumature. Un mondo che chi inizia potrà poi rendere molto personale e a suo modo complesso, ma solo poi: con l'esperienza. Per imparare a fumare non ci vuol molto: poche elementari cose da sapere, tanta voglia di sperimentare.
Gli attrezzi
Il primo è la pipa, ovviamente. Scegliamo un buon modello, ma senza esagerare nella spesa. Modello semplice, possibilmente la classica "pipa dritta" con la quale il neofita avrà un buon controllo della tirata. Solo in seguito, fumata dopo fumata, inizieremo a scoprire (anche questo è parte del gioco) le nostre preferenze in fatto di funzionalità ed estetica.
Per il secondo attrezzo (se così si può dire) il consiglio che diamo è decisamente diverso. Ci sarà poi tutto il tempo per sperimentare, ma chi inizia ha bisogno di un tabacco di qualità. La varietà non sia né troppo forte né troppo aromatizzata. La scelta dipende anche dai precedenti del nostro neofita: viene dalle sigarette? Ha esperienze di sigaro? Mai fumato in vita sua? Saremo lieti, a richiesta, di dare un consiglio.
Il terzo attrezzo è il pigino, o curapipa. Di solito si compone di tre piccoli accessori legati fra loro. Uno ha all'estremità una superficie tonda e serve a premere, l'altro è appuntito e può aprire passaggi, l'altro è un minuscolo cucchiaio per svuotare.
Il quarto attrezzo può essere un fiammifero di tipo svedese (la confezione intera è meglio...) oppure un accendino. Ottimi quelli economici a gas, sconsigliabili quelli a benzina.
Quinto attrezzo, il classico scovolino. Come per i fiammiferi, meglio la confezione...
Agli attrezzi possiamo aggiungere una piccola borsa che li contenga: sarà utile in tante circostanze.
Caricare
Ci siamo messi comodi, con tutto il necessario a portata di mano. Ora afferriamo un po' di tabacco con le dita e mettiamolo in fondo al fornello, poi aggiungiamo un'altra presa e un'altra ancora. Tre prese dovrebbero bastare per riempire fino al bordo. Ma non dimentichiamo una cosa importante: la pressione.
Sì, perché il tabacco bisogna inserirlo nella giusta maniera: la prima presa va semplicemente depositata in fondo al fornello, la seconda va premuta solo un po', la terza un po' di più. Con che cosa? Col pigino, oppure semplicemente con un dito. Ma quanto premere?
Non dimentichiamo che il tabacco è lì per bruciare, e perché bruci bene l'aria dovrà passare nella giusta quantità: come per un camino, tutto dipende dal tiraggio. Se mettiamo la pipa fra le labbra e aspiriamo, capiremo subito di che cosa stiamo parlando. Valutare il tiraggio a pipa spenta è la cosa da fare mentre si carica, così da graduare bene la pressione. Ma anche qui sorge una domanda: quand'è che la pipa tira bene?
Anche se non avete mai fumato, sicuramente avete sorseggiato una bibita succhiandola con la cannuccia. Ecco, più o meno dev'essere questo lo sforzo d'aspirazione richiesto. Premendo troppo poco si ha la sensazione che l'aria passi troppo facilmente e si sente una specie di soffio. Premendo troppo, si avverte una fatica eccessiva.
Dopo pochi tentativi tutto ciò verrà naturale; se ci si accorge d'aver premuto troppo poco, si può provare a premere di più. Se si è esagerato, invece, meglio svuotare la pipa e ripetere la carica.
A carica ultimata la superficie esterna del tabacco dovrà essere a un livello di poco inferiore al bordo del fornello, e perfettamente pareggiata. Va aggiunto che, man mano che premiamo su uno strato di carica, la pressione si trasmette anche a quelli inferiori: alla fine tutta la massa del tabacco avrà la stessa consistenza.
Accendere
Prima di partire, consideriamo la nostra "arma da fuoco": il fiammifero è più semplice, l'accendino è più comodo e lo consigliamo ai neofiti. Sappiamo come si ottiene la fiamma. Sappiamo che la fiamma brucia... Aggiungiamo che, accostando la fiamma alla pipa mentre aspiriamo, questa verrà risucchiata verso la superficie del tabacco.
Nel caso dell'accendino teniamo conto che andrà tenuto orizzontale accanto al fornello: facciamo prima qualche prova per trovare la giusta posizione delle dita, così che rimangano lontane dalla fiamma.
E' il momento di accendere. Pipa fra le labbra e niente problemi: son cose che s'imparano bene in pochi tentativi, dopo non si scordano più. Non c'è differenza fra fiammifero e accendino, salvo il fatto che il secondo ha una fiamma più potente. Questa va fatta passare con movimento circolare su tutta la superficie del tabacco mentre aspiriamo con calma e senza esagerare. E' importante che tutto il tabacco s'accenda. Ma accendendosi si gonfia.
E' il momento del pigino: premiamo delicatamente tutta la superficie in maniera da pareggiarla. Così facendo il tabacco si spegne: ripetiamo l'accensione. Può essere che il tabacco si gonfi ancora: in questo caso nuovo intervento col pigino e nuova accensione. A questo punto si è pronti a fumare.
Fumare
Quel che si deve imparare è il ritmo, la regolarità: per il fumatore di pipa sono cose essenziali. Le boccate devono essere ben calibrate e non troppo ravvicinate. In due parole: gustare con calma l'aroma del tabacco e nel contempo evitare che, trascurandolo, il tabacco si spenga. E se si spegne?
Quando ci accorgiamo che si sta spegnendo, meglio non insistere nella tirata. Lasciamolo spegnere e riaccendiamo. Fumare ha le sue ritualità, riaccendere è una di queste.
Specie se le tirate sono troppo frequenti può essere che fornello e fumo si scaldino troppo: posiamo la pipa e concediamole una pausa di riposo.
Se si sente una specie di gorgoglio, vuol dire che nella parte bassa del fornello o nel cannello s'è formata un po' di acquerugiola che è meglio eliminare subito: prendiamo uno scovolino e infiliamolo fino in fondo partendo dal foro del bocchino. Estraiamolo e riprendiamo a fumare.
Se invece a un certo punto si fa fatica ad aspirare significa che il tiraggio va sbloccato inserendo nel tabacco (fino in fondo al fornello e puntando al forellino in fondo) l'accessorio appuntito del pigino, che aprirà un passaggio all'aria.
Quando siamo quasi alla fine della fumata, nel fornello è rimasto poco tabacco ancora incombusto, inumidito e saturo di nicotina. Meglio non insistere e concludere qui.
Dopo la fumata
E' il momento delle pulizie. Anche in questo caso ci vuole il pigino: accessorio appuntito e anche cucchiaio, che servirà a svuotare bene il fornello. Attenzione: non sbattere mai il fornello per svuotarlo, specie se è caldo. Anzi, se si lascia raffreddare la pipa prima di pulirla è meglio.
L'altra operazione necessaria è un accurato passaggio di scovolino: prima lungo il condotto che dal bocchino porta al fornello, poi (piegando in due l'accessorio) all'interno del fornello per una pulizia più accurata. Per concludere si può soffiare con decisione nel bocchino per eliminare gli ultimi residui.
Per una pulizia ancor più accurata si può smontare la pipa staccando il bocchino dal cannello. Lo fanno in tanti e senza nessuna difficoltà, ma attenzione: mai quando la pipa è ancora calda.
Ora la pipa può riposare, fino alla prossima fumata.
Rodaggio
A pipa nuova, l'interno del fornello è pulito. Poi, man mano che si fuma, si forma sulla parete uno strato carbonioso (camicia) che non va tolto perché protegge la pipa da un eccessivo calore, assorbe l'umidità, ammorbidisce il gusto del fumo. Il cosiddetto rodaggio della pipa coincide col periodo iniziale d'uso, nel quale questo strato si forma.
A volte le pipe vengono messe in vendita con una camicia di carbonio già artificialmente applicata alle pareti interne del fornello. Negli altri casi tocca al fumatore curare il rodaggio: come? Fumando le prime volte con una certa prudenza per evitare che le pareti del fornello, non ancora protette, si surriscaldino. Inoltre è meglio far riposare spesso la pipa, tenendola ferma un giorno dopo un paio di fumate. Il rodaggio non dura molto: dopo qualche settimana lo strato di carbonio è già formato.
Al Pascià