Ogni mattina comincia così. Ci sono una bicicletta e un ragazzo. La strada che scorre veloce sotto alle gomme è quella della Costa Azzurra. Le mani che stringono il manubrio sono quelle di Eder Mathias. La velocità silenziosa che accompagna la pedalata conduce a Sophia Antipolis. Qui, a dodici chilometri dalla casa di Eder, si trova l’azienda specializzata nell’information technology nella quale lavora. Ma sono dodici chilometri durante i quali lui ha il tempo di respirare il mondo prima di chiudersi in ufficio, dove l’unico orizzonte sono un monitor e una tastiera. Per uno che di lavoro sviluppa software in grado di facilitare la prenotazione on line dei biglietti aerei, la scelta di spostarsi sempre su due ruote, studiando tragitti alternativi laddove ci siano delle discese e perciò non ci sia fatica da fare, è solo la prima delle apparenti contraddizioni che lo riguardano.
Chi lo ha visto solo digitare velocemente dati al computer forse non sa che quelle stesse dita, una volta a casa, si occupano di tutt’altro, così come chi lo ha visto solo seduto alla sua scrivania non sa che sotto alle maniche della camicia ci sono delle creative braccia tatuate. Eder però non nasconde, semplicemente non ostenta perché è riservato, a volte omette per semplificare, deformazione professionale. Come ha fatto col suo primo cognome, Nicoletti, quello relativo alla famiglia italiana. Un giorno ha deciso di toglierlo perché creava difficoltà con “Mathias” che veniva scambiato per il nome, quando invece è il cognome della famiglia tedesca. Troppo difficile spiegare ogni volta che lui è il risultato di una mescolanza curiosa di geni e geografia. Anche perché il suo certificato di nascita è stato emesso a Tupancireta, un piccolo paese vicino a Rio Grande do Sul in Brasile.
Come non avere lati oscuri quando fin da subito ci si deve confrontare con cromosomi che arrivano dal paese del sole, altri che arrivano dal paese di Wagner e il primo paesaggio che gli occhi hanno visto è quello del paese del carnevale? Un meticciato di sentimenti e qualità senza pari che Eder, o meglio Mr. Hyde come si fa chiamare lui, riversa nella sua passione: le pipe. Se gliel’avessero chiesto da bambino cosa voleva fare da grande, non avrebbe risposto certamente l’ingegnere, piuttosto l’artigiano. E mentre pedala verso l’ufficio dove in realtà fa l’ingegnere, si rivede spesso nel laboratorio del nonno italiano che era falegname. È là che ha imparato ad amare l’odore del legno, a far passare la mano sulle superfici lisce dei mobili per godersi quel contatto, a respirare la polvere, a calpestare la segatura provocando quel rumore sordo, come quando si cammina sulla neve.
Ma il suo destino lavorativo era scritto nella sua data di nascita più che nel suo DNA. È quello stesso 1977 quando lui viene al mondo, infatti, che Steve Jobs e Steve Wozniak fondano la Apple, lanciando al Computer Show di Atlantic City il loro Apple II, il primo computer che si compra già montato in grado di supportare una grafica a colori. Un vero stimolo all’immaginazione, disse Bill Gates all’epoca. Eppure, nonostante la strada dei computer sia stata scelta anche da Eder Mathias anni dopo questi colossi, è la natura a dare lo stimolo alla sua immaginazione.
Di natura non ne manca ad Antibe, dove ha scelto di vivere dopo tanto peregrinare tra nuovo e vecchio continente, anche per questo ha deciso di trasformare il puro spostamento da casa all’ufficio in un vero e proprio viaggio grazie alla bicicletta. Viaggio in cui ogni volta c’è qualcosa di nuovo da catturare e da trasferire nelle linee che scolpiranno la radica dalla quale nascono le sue pipe. Se ci pensa bene, nella sua famiglia la pipa la fumava solo il nonno tedesco, non c’è quindi nessuna vera tradizione che lo ha spinto fin qui. Ma in fondo lui crea delle sculture che hanno poi, quasi come un effetto collaterale, la qualità di essere adatte per fumare. Per fare questo non serve la tradizione, serve solo la capacità di riconoscere il proprio daimon e dargli voce. Così ha fatto Eder.
E se gli chiedete quando è cominciata questa passione, la risposta non può che dire qualcosa certamente sull’arte del fare pipe, ma soprattutto dice molto del suo carattere: “l’amore per le pipe è una strada a senso unico. Non si torna indietro. Come ogni amore, lo sai solo quando sei innamorato...”. Senza tempo e grazie allo spazio, arriva l’ispirazione. A volte dall’esterno, da qualcosa che lo colpisce e gli mette in moto la creatività. Succede anche mentre pedala, quando nelle orecchie ha la musica heavy a tutto volume. Ritmi assordanti per contrastare quella quiete intrigante di mare e cielo e dare così origine alla tempesta creativa. Oppure a volte lascia che il silenzio gli invada la mente fino a fargli scattare l’idea. Altre volte è il pezzo di radica che lo chiama ed esige di compiere la sua realtà, attraverso di lui. Come se tutto fosse già scritto in quella specie di parallelepipedo irregolare sapientemente tagliato e preparato dall’amico Mimmo Romeo e chiedesse, attraverso le sue venature, di far scorrere nuova linfa, di far germogliare da quella che era una radice, una nuova potenzialità.
L’ingegnere che si cela dietro Mr Hyde, mitigato non solo dalla predisposizione artistica, ma anche dagli studi in filosofia, emerge quando non può fare a meno di inventare e realizzare macchinari in grado di supportarlo nella finalizzazione delle sue sculture, che poi sono anche delle pipe. Come il robot per la punzonatura oppure basta guardare il suo tornio, che è truccato come si fa con le auto da gara. Ci aggiunge e toglie a piacimento dei pezzi, alcuni sono addirittura presi a prestito dalla cucina della moglie. In questa grande mescolanza di vita, arte e tecnica c’è una grande lezione di realtà. Una realtà sfaccettata, molteplice, contaminata e perciò fertile che Eder porta con sé sempre. E in mezzo a questo tutto, che non è la semplice somma delle singole parti, ma è qualcosa di più, lui trova il suo equilibrio quando scolpisce la radica.
Nietzsche diceva che bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante. Le stelle danzanti di Eder Mathias sono ottime per fumarci del tabacco.
Un ringraziamento particolare a Eder Mathias "Mr Hyde" per il contributo dato alla realizzazione di questo articolo
Milano, novembre 2012