La seta sulla pelle gli è sempre piaciuta. Gli ricorda una carezza, una di quelle che non ha mai ricevuto dalla madre. Crescere in America negli anni Venti non può che tenerti lontano dalle effusioni, per cultura. A maggior ragione se i tuoi genitori sono di origini tedesche e svedesi, allora lì ci si mette anche la geografia di traverso. Ma Hef ormai ha una certa età e con la scelta di vita che ha fatto, non gli è di certo mancato il contatto fisico. È una di quelle mattine in cui gli piace farsi cullare dal passato. Si è svegliato di buon umore e con una tazza di caffè bollente tutto acquisterà ancora più colore. Prima di alzarsi dà un’ultima occhiata a Crys, ai suoi capelli biondi sparsi sul cuscino e all’anulare sinistro vestito della promessa fatta appena qualche mese fa. Gli sfiora la mano mentre lei continua a dormire. Com’è giovane e fresca. La sua mano invece li indossa tutti i suoi sessant’anni di differenza, tra macchie brune e articolazioni gonfie di storie da raccontare. La vestaglia di seta rossa lo aspetta sullo schienale della sedia di fianco al letto. È un rito. La afferra e la fa volare sulle spalle. Infila prima una o poi l’altra manica in sequenza velocissima. La sovrappone sul petto e con la cintura fa un nodo sul fianco destro. Il rumore della seta che cammina con lui è quasi un sussurro.
Arrivato in cucina intravede all’entrata il suo immancabile cappello bianco da marinaio, altro costume di scena che da anni lo segue. Perché per fare una persona ci vogliono incroci di destini e di esperienze, ma per fare un personaggio bastano solo alcuni accessori. E quelli di Hugh, questo il suo vero nome anche se tutti lo chiamano Hef, sono davvero ben studiati. Per l’uomo che ha costruito un impero sull’intuizione che i giovani della sua generazione volevano solo divertirsi e trasgredire ai dettami dei padri, è il minimo capire al volo quali siano i piccoli particolari che possono lasciare il segno. Tra questi c’è anche la pipa. Non c’è foto negli anni Sessanta e Settanta che lo ritragga senza la sua pipa, che si sa, crea l’aspettativa in chi guarda di un interlocutore di un certo genere, come ha sottolineato lui in un’intervista: “Il sigaro fa subito pensare a politici o uomini d’affari. La sigaretta sta bene in un film noir, mentre la pipa ha altre qualità, è allo stesso tempo riflessiva e avventurosa, come me”.
E Hef, al piacere di fumare il suo Dunhill mistura #79, ha saputo aggiungere anche il piacere di dare una precisa immagine di sé. Ne hai bisogno quando hai deciso di far uscire nell’America puritana degli anni Conquanta la prima rivista dove il nudo diventa arte e accanto a meravigliose donne tutte curve scoperte, ci hai messo anche le migliori penne dell’epoca che intervistano personaggi eccellenti, in un mix di cultura e ribellione, di mente e corpo, di sacro e profano. Hef è sempre stato perspicace e un po’ psicologo, al di là degli studi. Le sue visioni del mondo, infatti, hanno avuto la meglio sulla morale e si sono concretizzate nella rivoluzione sessuale che in qualche modo ha contributo a far nascere. Un mondo fatto di sesso giocoso, senza limiti, ma sempre con eleganza. La stessa eleganza che trasmettono i piccoli accessori che agghindano la sua persona da molti decenni.
Intorno a lui c’è tutta la sua storia. Guarda dalla finestra della reggia a Beverly Hills dove vive e col pensiero va alla magnifica foto di Marylin Monroe che sovrasta il paginone centrale del primo numero di Playboy, dando così il via al suo successo. E se guarda intensamente il caffè nella sua tazza si rivede una mattina del 1954, quando non sapendo cosa regalare di nuovo ai suoi lettori si imbatte nella foto di una brunetta dallo sguardo ipnotico e decide di puntare su di lei. E lei è Bettie Page.
Quanta vita è passata fra conigliette, vestaglie di seta rossa, cappellini da marinaio e pipe. Peccato che il dottore gli abbia consigliato di smettere di fumare in seguito a un problema di salute. Ma non gli ha impedito di tenere la pipa fra le mani come una vecchia compagna di avventure, né tanto meno di posare su di lei le sue labbra, come si fa con una bella donna. E infatti, in attesa che Crys si svegli, anche quella mattina Hef non manca di mettersi sul terrazzo a godersi il panorama, accarezzato dal tocco della seta, dei ricordi e della radica.