Centocinquantenario, centenario e mezzo, terzo cinquantenario non importa: la ricorrenza che Peterson s'appresta a celebrare parla da sola. Sarebbe interessante mettere in fila tutte le pipe prodotte, comprese quelle da qui al 2015, per vedere (partendo da Dublino!) fin dove si arriva; ma non c'è bisogno: le Peterson sono già ovunque. In tutto il mondo c'è chi le adora e chi no, come succede ai prodotti di carattere. Molti non si limitano a fumarle e le ordinano in collezioni, ma non è lavoro da poco: difficile destreggiarsi, senza troppi riferimenti, in una storia iniziata quasi 150 anni fa. In una produzione partita agli albori delle pipe in radica, lanciata da importanti brevetti ottocenteschi, articolata lungo gli anni in una gamma crescente di varianti di forma finitura e taglia, ricca da un certo punto in poi di "serie" e di pezzi molto particolari, orientata ai grandi numeri ma con esempi di tirature limitate, con un occhio alla funzionalità estrema e un altro alla qualità sublime senza trascurare i prezzi, facendo delle contraddizioni una forza, passando indenne per gli alti e bassi d'un mercato ora trionfale ora difficile, evolvendosi in relativa continuità, com'è giusto per chi vuol durare 150 anni. Produzione che appare, nel suo insieme, come una giungla: lussureggiante e piuttosto complicata. Orientarsi fra liane e serpenti tracciando percorsi sicuri (ma senza disboscare) è cura e orgoglio dei maggiori collezionisti: dal loro instancabile lavoro sta emergendo un quadro frammentato e incompleto, ma già molto ricco, di quanto Peterson ha realizzato dal 1865 ad oggi; da qui al 2015, vedremo.
Una pipa K&P si riesce spesso a datare in via approssimativa guardando ad alcuni indizi riscontrabili sulla sua superficie; per i tempi più recenti aiuta (ma non sempre) riconoscerne la "serie" o la "collezione" d'appartenenza. Specie per quanto prodotto dagli anni Settanta del Novecento, molti mettono in secondo piano la cronologia andando a ricostituire le diverse "serie"o "collezioni". Ne riparleremo più in là, ma prima di "incasellare" ci sembra opportuno "capire": per farci un quadro generale di riferimento seguiamo in breve il percorso dei (quasi) 150 anni K&P con le sue accelerazioni e i rallentamenti, i lunghi rettilinei e le correzioni di rotta.
Nel 1865 Fredrick e George Kapp arrivano a Londra e già nel 1874 Fredrick è a Dublino: nel negozio di Grafton Street affianca pipe in radica alle originarie Meerschaum. L'incontro con Charles Peterson risale più o meno al 1876, del 1891 è il primo brevetto del Peterson System, del 1898 quello del P-lip. La prima robusta crescita risale proprio agli anni Novanta dell'Ottocento: ai successi portati dai brevetti s'aggiunge un buon contratto per la fornitura di pipe all'esercito britannico; nasce allora il military mount, di cui parleremo. Un catalogo del 1896 ci mostra una Casa già ben strutturata, fiera delle sue innovazioni e capace di proporre una discreta gamma di varianti. Un altro, del 1905, testimonia la notevole lievitazione delle tipologie offerte. Son tempi buoni per le pipe: riportate in auge dal rapido declino del tabacco da fiuto e galvanizzate dall'arrivo della radica, ancora non soffrono molto la concorrenza dei sigari e delle quasi esordienti sigarette. Sono oggetti comuni saldamente radicati nell'uso, vanno a fumatori d'ogni estrazione attenti in maggior o minor misura alla buona qualità della fumata, alla gradevolezza della forma, al prezzo ma in genere, per quanto concerne la tessitura delle fibre, meno esigenti di quelli di oggi. Per tutta la prima metà del Novecento la storia K&P procede senza grandi strappi, salvo le difficoltà negli acquisti di radica durante le guerre; poi qualcosa cambia: gradualmente ma inesorabilmente. La sigaretta, che nell'Ottocento aveva già avuto i suoi estimatori, col nuovo secolo è cresciuta in fretta grazie a nuove tecnologie di produzione, opportuni blend, la scoperta della pubblicità e del packaging. Rispetto alla pipa offre un fumo percepito come più "moderno"e adatto agli accelerati ritmi di vita. La sua velocità d'espansione non è la stessa su tutti mercati ma nel 1950, in Gran Bretagna, si accredita ad essa l'84% del consumo di tabacco. E' un caso limite se paragonato al 31% della Spagna e al 37% della Germania nello stesso anno; ma negli USA siamo al 72%, in Austria al 76: la tendenza è quella, ancora qualche decennio e il numero degli affezionati alla pipa diminuirà dappertutto. Che fa in questo caso un grande e tradizionale produttore di questi oggetti con vasta clientela internazionale? Innanzitutto resiste cercando di recuperare su un mercato quello che perde su un altro, poi entra in difficoltà e cerca contromisure. Nel 1972, muore Fredrick Henry Kapp nipote del fondatore; nel 1973 la società viene ceduta e passerà poi più volte di mano. Fino all'avvento (1990-95) di Tom Palmer è una fase critica nella quale si esplorano, con qualche scelta azzeccata ma non risolutiva, i modi per uscire dalla crisi.
E' allora che s'inizia a capire quanto stia cambiando il ruolo della pipa: da strumento quasi "necessario" e d'uso comune a oggetto d'elezione; e insieme la tipologia dei suoi utilizzatori: non tanti come un tempo ma più motivati e affezionati. Di queste persone occorre aver cura: suscitando in loro la curiosità per modelli sempre rinnovati, stimolando in parte di esse la propensione a "collezionare" uno dopo l'altro gli esemplari di una serie. Una politica commerciale aggiornata insomma, orientata al marketing e coerente con una generale evoluzione dei gusti, grazie alla quale i produttori più attenti sono riusciti a restare in corsa: non solo consolidando il mercato ma a creando l'atmosfera giusta per attirare alla pipa, con convinzione e soddisfazione, nuove generazioni di adepti. In questa più favorevole temperie (contribuendo a crearla e a mantenerla) s'è sviluppata negli ultimi decenni l'azione di Tom Palmer.
Ed eccoci a oggi, a quasi 150 anni dall'inizio. Guardando a ritroso il percorso di K&P ci sembra che il punto fondamentale di snodo, quello che segna un evidente cambio di passo, sia quello che divide il lungo periodo di proprietà Kapp/Peterson da quello più breve ma non meno interessante che l'ha seguita: il periodo della "pipa per tutti" da quello della "pipa per scelta".
PRIMO PERIODO (dal 1865 al 1973): la pipa per tutti.
Quasi 110 anni di storia, difficili da ricostruire perché le documentazioni sono scarse. Per datare gli esemplari si fa affidamento - come abbiamo anticipato - su una serie di indizi. I primi che prendiamo in considerazione ci portano a individuare quattro diverse ere.
La prima era (che alcuni chiamano "era zero") va dagli esordi del 1865 (a Londra) fino al brevetto iniziale del System, 1891; anni senz'altro affascinanti salvo il fatto che non se ne sa quasi nulla e che il più antico esemplare prodotto dalla Casa a noi noto (di tipo Meershaum) è "solo" del 1890.
La seconda era (Patent) ha una concretezza ben maggiore, legata com'è alla fascia temporale di validità dei brevetti Peterson: sulle pipe dotate di System compare la relativa scritta (Patent). Attenzione, però: non tutte le pipe hanno il System, e in questo caso niente "Patent". Su nessuna appare l'indicazione del Paese di provenienza: come vedremo, questo accadrà dal 1916. L'anno in cui decade il brevetto del System è il 1910, però il P-lip era stato brevettato solo nel 1898, dunque restò valido perlomeno fino al 1918. C'è così chi limita la seconda era al 1910 quando decade il System e chi la prolunga invece fino al 1920 e oltre, complicando le cose perché in tal modo la seconda si sovrappone alla terza era. Unica cosa certa: col decadere di un brevetto cessa la necessità come pure il diritto di rivendicarlo imprimendo la parola Patent.
La terza era (pre-repubblica) inizia nel 1916 (comparsa del Paese di provenienza) e arriva fino al 1949 quando viene ufficialmente proclamata la Repubblica d'Irlanda. Precisiamo subito che nel 1916 l'intera isola d'Irlanda era ancora parte della Gran Bretagna: la scritta "Made in Ireland" che si legge allora sulle pipe K&P sembra a metà fra l'indicazione geografica e l'auspicio. Più tardi la scritta cambierà più volte riflettendo le vicissitudini che portarono prima a una sorta d'indipendenza e poi alla Repubblica. A queste vicissitudini e alle relative scritte è legata la suddivisione della terza era in tre sub-ere.
prima sub-era (3.1): MADE IN IRELAND. Inizia nel 1916, qualche tempo dopo la fallita rivolta di Pasqua (Easter rising) e va fino al 1922.
seconda sub-era (3.2): IRISH FREE STATE. Inizia nel 1922 quando in base al trattato britannico-irlandese dell'anno precedente nasce su gran parte del territorio dell'isola lo "Stato Libero d'Irlanda". Libero solo parzialmente, dipendendo ancora molto dalla Gran Bretagna. La seconda sub-era termina nel 1937.
terza sub-era (3.3): MADE IN EIRE - MADE IN IRELAND. A fine 1937 viene proclamata la nuova Costituzione e lo Stato assume il nome di Eire (Irlanda in gaelico). La dipendenza dalla Gran Bretagna diminuisce ma in parte permane. Le scritte MADE IN EIRE iniziano nel 1938 ma dopo alcuni anni (1940-1941) si passa a MADE IN IRELAND fino al 1949.
La quarta era (repubblica) corrisponde alla scritta MADE IN THE REPUBLIC OF IRELAND o a una più breve nella quale la parola REPUBLIC compare abbreviata. Il 17 Aprile 1949 viene costituita la Repubblica d'Irlanda, ora pienamente indipendente. Da allora in poi non ci sono state più variazioni relative al Paese d'origine.
Specie per gli esemplari della seconda e terza era il fatto di analizzare le scritte è senz'altro utile alla datazione, ma presenta più d'un limite. Già lo si può dedurre dall'approssimazione di quanto scritto qua sopra; se però potessimo almeno esser sicuri che (ad esempio) leggendo MADE IN EIRE ci troviamo fra il 1938 e il 1940-41, sarebbe già una buona cosa. E invece no. Sembra che nei laboratori Peterson, dove si apponevano le scritte, si facesse fatica ad accantonare i punzoni superati, lasciandoli a volte in uso. Così, seguendo l'esempio appena proposto, una pipa della sub-era 3.3 può benissimo portare la scritta precedente: IRISH FREE STATE. Al contrario, com'è logico, una scritta MADE IN EIRE non può certo risalire a prima del 1938. Per fare più chiarezza conviene cercare altri indizi.
Rimanendo nel campo delle scritte è utile osservare la "P" maiuscola della parola Peterson che compare ovviamente sulle pipe. Nel corso degli anni ha avuto due diverse forme, anzi tre.
La prima forma è di tipo antico con la pancia superiore spiraliforme e l'asta di base biforcata. Va dalle origini fino all'inizio degli anni Trenta del Novecento.
La seconda forma può essere dei tipi "scrittura a mano" o standard stampatello. Va dai primi anni Trenta fino ad oggi.
La terza forma fu adottata verso la fine degli anni Settanta del Novecento, quindi dovremmo parlarne in corrispondenza del secondo periodo. La citiamo qui perché si potrebbe confondere con la prima forma, sebbene abbia un andamento più semplificato. Compare solo su alcune pipe commemorative che replicano antichi esemplari.
Ai criteri abbastanza approssimativi fino ad ora descritti se ne affianca uno decisamente più preciso, se pure (anch'esso) con più di un limite. Fin dai primordi K&P adornarono molte delle loro pipe con fasce d'argento: pratica che a fine Ottocento era piuttosto comune anche per altri oggetti d'uso personale; ma K&P proseguirono, anzi hanno proseguito fino ad oggi, con questo genere di abbellimenti fino a farne una delle loro più note caratteristiche. L'argento, però, è un metallo prezioso. Il suo titolo doveva e dev'essere certificato da un Ufficio di Saggio: nel nostro caso il Dublin Assay Office al quale venivano portate le fasce prima d'essere montate. Così, su tutti i particolari in argento 925 delle pipe Peterson, compaiono tre marchi di garanzia inseriti in altrettanti scudetti: il primo (una Hibernia assisa) indica l'Ufficio di Dublino; il secondo (la classica arpa irlandese) il titolo dell'argento (925 parti su 1000); il terzo è una lettera dell'alfabeto ed è per noi quello più importante. Dalla forma dello scudetto, dal tipo di carattere utilizzato e dalla lettera impressa si risale senza ombra di dubbio a un determinato anno, il quale però potrebbe non essere quello in cui la pipa è stata rifinita: ogni volta si portavano all'Ufficio di Saggio discrete quantità di fasce d'argento e non è detto che entro Dicembre finissero tutte sulle pipe. Di qui un certo margine d'incertezza nella datazione, ma comunque un ottimo metodo quando c'è argento sulla pipa. Ma non tutte le pipe Peterson hanno fasce metalliche, e non tutte le fasce metalliche sono d'argento. Basta sfogliare il catalogo del 1896 per rendersi conto che già allora, per i modelli economici, erano nichelate. Anche su ognuna di queste fasce meno preziose ci sono tre piccoli disegni impressi raffiguranti un trifoglio, una volpe seduta, una torre di pietra; ma sono solo aggiunte decorative che richiamano simboli irlandesi senza dirci assolutamente nulla che serva alla datazione.
Sempre sul catalogo 1896 è già segnalata la presenza del military mount, o innesto militare. Di che si tratta? Gli innesti standard del bocchino sul cannello hanno forma cilindrica: questo comporta tolleranze minime di costruzione; cosa che, per via delle dilatazioni termiche, rende sconsigliabile lo smontaggio e il rimontaggio quando la pipa è calda. Con l'innesto militare, non più cilindrico ma tronco-conico, queste operazioni diventano possibili, agevoli e senza nemmeno il rischio che le delicate parti in contatto si deteriorino. Ma perché "military"? Perché un soldato in trincea non può sapere quando arriva l'azione; e se in quel momento sta fumando la pipa è importante poterla smontare velocemente cacciandola in qualche tasca senza preoccuparsi se è fredda o calda. Nelle Peterson dotate di questo innesto la parte del cannello in cui inserire l'estremità tronco-conica del bocchino è caratterizzata da un anello-flangia metallico con funzioni di abbellimento ma anche di rinforzo che abbraccia sia la superficie cilindrica del cannello che la parte "verticale" (rispetto all'asse della pipa) dello scalino che si forma fra cannello e bocchino. Questo passaggio fra superficie e parte "verticale" comporta una curvatura della lamina che costituisce un altro indizio per la datazione, valido (e ciò è interessante) sia per le lamine d'argento che per quelle nichelate. Osservando un buon numero di esemplari si è notato che durante la seconda era (Patent) questa curvatura era "a ghianda", con un raggio relativamente grande. Più tardi (già ai tempi del Free State) il raggio gradualmente diminuisce fino alle curvature più decise presenti dalla Seconda Guerra Mondiale fino ad oggi.
Per concludere la descrizione del primo periodo aggiungiamo quattro note, trascurandone altre che ci porterebbero troppo nei dettagli.
Prima nota: Le pipe Peterson, fiere del loro carattere irlandese, furono e sono tuttora (almeno in parte) costruite anche in altri Paesi. Il caso dell'Inghilterra è particolarmente significativo perché parlandone possiamo fornire qualche altro indizio per la datazione. Nel 1895 K&P "ritornò" a Londra, rimanendovi più o meno fino al 1959. A questa lunga stagione londinese si devono pipe recanti queste scritte: Made in England (versione rettangolare) che approssimativamente è contemporaneo al Made in Ireland della terza era. Più recente il Made in England in formato circolare che corrisponderebbe al Made in Eire. Seguono un Made in London, un Made in London England, un London England, un Great Britain.
Seconda nota: in questo lungo periodo di "pipa per tutti" non si faceva quasi nulla per motivare una clientela già sufficientemente convinta, salvo il fatto di offrire un numero crescente di forme (shapes), taglie e finiture differenziate a seconda delle tasche, dei gusti, dei mercati. Eppure, nel catalogo 1905, compare una "commemorativa": una bella bulldog denominata "Coronation", relativa all'incoronazione (1902) del re britannico Edoardo VII.
Terza nota. Dal catalogo 1965 emerge il fatto che nel secondo dopoguerra l'offerta è già organizzata in diverse linee di prodotto nello sforzo di rispondere a un ventaglio più ampio possibile di gusti ed esigenze. In prima fila le System Briars: le pipe che (incorporando il System) più si identificano con la produzione della Casa, offerte in molte forme e con diversi gradi di qualità. Seguono le Standard Lines con le forme più collaudate. Ecco poi le Speciality Briars dalle forme e dalle caratteristiche particolari: le ultraleggere, le tradizionali Churchwarden dal lungo bocchino, le inconfondibili Calabash, le Meershaum Lined con l'interno fornello foderato in schiuma di mare, addirittura le Dental, con imboccatura speciale per i portatori di protesi dentali... Si conclude con le Product Lines, oggi diremmo entry level, con una discreta qualità a buon prezzo. Questo sforzo di organizzare l'offerta in maniera intelligente e tale da indurre all'acquisto le diverse fasce di clientela si rafforzerà nel secondo periodo: moltiplicando le seduzioni e potenziandole con quello stimolo esplicito all'idea di collezione del quale l'isolato esempio della Coronation (1902) era un forse inconsapevole preannuncio.
Quarta nota: nel corso del primo periodo K&P utilizzò altri materiali oltre alla schiuma di mare e alla radica. La tradizionale argilla durante la seconda era (Patent) e più tardi al tempo della seconda guerra mondiale, quando scarseggiò la radica; l'aspetto di questi esemplari non è quello delle antiche pipe in argilla ma ricorda piuttosto le contemporanee in radica. A cavallo fra Otto e Novecento furono messe in commercio pipe fatte in bog oak o quercia di palude: un legno semifossilizzato in ambiente anaerobico che si trova spesso nelle praterie paludose d'Irlanda. L'idea era di valorizzare un materiale locale; quando invece fu riproposta durante la seconda guerra mondiale, la quercia di palude servì (come l'argilla) a sostituire la radica. Sempre nell'epoca fra i due secoli furono proposte anche pipe fatte in legno di ciliegio.
SECONDO PERIODO (dal 1973 a oggi): la pipa per scelta.
Sotto molti aspetti tutto è proseguito come prima, salvo il fatto che alle tipologie di pipa già viste se ne sono aggiunte altre: nuove e diverse non tanto nella loro sostanza di strumenti da fumo quanto nello spirito col quale erano (e sono) prodotte e offerte in vendita.
A parte l'isolato esempio della Coronation pipe (1902) la politica commerciale K&P non aveva mai previsto pipe commemorative; ma i tempi cambiano, e la ricorrenza del 1975 era troppo importante: si celebravano i cent'anni della società. All'epoca infatti si pensava che tutto fosse iniziato nel 1875; solo recentemente una serie di ricerche storiche ha permesso di anticipare le origini a dieci anni prima. Così il 1975 ha visto l'emissione, per il Centenario, di due pipe diverse (una dritta e una bent) in cento esemplari cadauna.
Ad Hannibal, Missouri s'era scoperto qualcosa d'interessante: la pipa appartenuta allo scrittore americano Mark Twain e custodita nel Museo a lui dedicato era una Peterson del 1896. Occasione troppo ghiotta per non dar seguito all'operazione - Centenario. Si puntò sul mercato americano, particolarmente affezionato allo scrittore e insieme sensibile al fascino delle collezioni: la replica della vecchia pipa, tirata in 400 esemplari con radica sceltissima e anello in oro, andò subito esaurita. L'anno dopo, senza distinzioni di mercato, seguì una seconda edizione identica in mille esemplari oltre a un'altra da 2500 con anello d'argento: anch'esse rapidamente esaurite. Ancora pipe Mark Twain dal 1983 al 1989, stavolta senza numerazione, oltre a un'altra tiratura limitata del 1985 per i 150 dalla nascita... Si parla poi di un'altra edizione a fine anni Novanta... Mark Twain, insomma, aveva sfondato: quella delle pipe speciali "da collezione" era una via molto promettente.
Indagando su nuove iniziative per attirare i clienti l'occhio di K&P cadde su un altro noto fumatore di pipe, stavolta non scrittore ma personaggio: Sherlok Holmes. L'operazione fu congegnata in maniera più complessa e ancor più congeniale ai collezionisti. Nel 1987 correva il centenario di "Uno studio in rosso", il primo racconto in cui appaiono Holmes e Watson: l'anno giusto per lanciare, a tiratura limitata, una prima pipa di grande formato, la Original. Poi, a distanza di sei mesi, una alla volta, arrivarono le altre della serie: sette in tutto (una per giorno della settimana) da custodire in un portapipe appositamente disegnato. Visto il successo seguì una seconda serie a tiratura limitata con altre sette pipe extralarge, una successiva tiratura non più numerata e una serie "junior" le cui pipe, mantenendo le forme delle serie originarie, hanno minori dimensioni.
Da allora K&P non ha perso occasioni per proporre nuove serie, nuovi pezzi speciali, nuove iniziative per legare il mondo delle pipe ad aspetti della realtà e della cultura ai quali queste sono in qualche modo correlate; ma il vero cambiamento, che porta alla situazione attuale, è legato alla gestione di Tom Palmer.
Una storia come quella di K&P non poteva esser contraddetta da bruschi cambi di direzione: la buona qualità, il buon rapporto qualità-prezzo, l'attenzione a diverse fasce di pubblico, la classicità delle forme erano ciò che la clientela continuava ad aspettarsi. Il cambiamento, pure necessario, fu individuato nell'estendere ulteriormente il ventaglio delle offerte e nell'offrire regolarmente interessanti novità mentre, con la stessa cadenza, vecchi modelli venivano (e vengono) cancellati. Un insieme complesso nel quale è possibile orientarsi se lo si divide in quattro grandi gruppi che elenchiamo in ordine decrescente di qualità e prezzi.
Primo gruppo: Straight grains, Gold and Silver Mounted
Sono pipe eccezionali per la regolarità della radica, la bellezza degli elementi in metalli preziosi, le forme e le finiture.
Secondo gruppo: High grades
Siamo sempre a un livello molto alto. Si tratta sempre di linee curatissime, fra le quali citiamo: Plato, pipe freehand in tiratura limitata; Celtic, con particolari motivi celtici incisi nelle bande d'argento; Royal Irish e Rosslare Royal Irish; Grafton; Gold & Silver Spigots, pipe con "military mount" nelle quali anche la parte del bocchino da inserire nel fondello è rivestita in lamina d'argento.
Terzo gruppo: Collections, Series
Trovano qui collocazione le "Sherlock Holmes" assieme a parecchie altre Series ( Old English, Darwin, Kapp Royal, Deluxe Systems...) e alle House pipes, modelli piuttosto grandi dotati di System che proprio per queste loro caratteristiche sono l'ideale per una tranquilla pipata casalinga.
Quarto gruppo: Basic Entry Level Pipes
E' il gruppo più interessante dal punto di vista del prezzo, senza però dimenticare che sulla qualità Peterson non si transige. Ed ecco Holiday and Calendar date pipes pensate per particolari ricorrenze (Saint Patrick's day, Father's day, Cristmas pipe), Special pipes ( Belgique and Calabash, Tankard & Barrel, Churchwarden), System Pipes, dotate del ben noto System, Classic Range: da Aran fino a Tyrone e 4U una cinquantina di linee sempre soggette a novità e sostituzioni.
All'inizio di queste note, pensando a quanto K&P ha offerto e offre ai suoi affezionati clienti, abbiamo parlato di giungla: in senso buono, naturalmente. Arrivati in fondo, ci sembra che la definizione non sia eccessiva; anche considerando che, per non perdere troppo il filo del discorso, siamo stati costretti a fare qualche semplificazione. Ma forse è proprio questa "giungla irlandese" a rendere così affascinante la Casa di Dublino.
Un ringraziamento particolare a Tom Palmer per il contributo dato alla realizzazione di questo articolo
Milano, ottobre 2013