Anche quest’anno Al Pascià vuole regalarvi una favola per Natale, da leggere in poltrona da soli o da condividere coi vostri figli, magari mentre fumate tranquillamente la vostra pipa. Una favola che speriamo riesca a scaldare le fredde sere invernali e il cuore dell’umanità intera. Perché c’è bisogno di più rosso nel mondo.
Ogni singolo giorno che arriva su questa Terra, così come lo vediamo e lo viviamo noi, è opera di una squadra specialissima di piccole creature. I colori, i suoni, i profumi, i sapori, tutto è architettato e diretto da questi esseri speciali. Ci sono i Pantoni, la tribù che si occupa ad ogni sorgere del sole di dare il colore giusto alle cose e all’umore. Ci sono i Diapason che invece sintonizzano i rumori, dal frusciare delle foglie fino al pianto dei neonati. E poi i Papillini che regolano l’intensità dei sapori: la fragola deve sapere di fragola e un bacio deve sapere d’amore. E che dire dei profumi? Per quelli ci sono gli Olfatteri. Se la rosa è la più famosa tra i fiori lo deve anche al loro intervento. Insomma, all’insaputa dell’umanità, tutti i giorni va in scena uno spettacolo la cui buona riuscita è determinata dall’armonia nella quale vivono i suoi artefici. Mai un’assenza o una vacanza, mai. Un lavoro che tiene impegnati tutti 365 giorni all’anno, con dei picchi per alcuni di loro in certi giorni particolari.
Ebbene, Natale è alta stagione. I Diapason sono alle prese con tintinnii in ogni dove, musichette e cori per strada e nei negozi, crepitare di ceppi nei camini, per non parlare delle risate dei bambini. Gli Olfatteri coi Papillini non sanno dove sbattere la testa fra arrosti, zuppe, biscotti alla cannella, incensi e aghi di pino. E infine i Pantoni in quei giorni rischiano davvero di diventare pazzi tra carte da pacchi, luminarie, addobbi, quando non ci si mette la neve a complicare tutto. Sono soprattutto due i colori in prima linea e sono il bianco appunto e il rosso. Tutto comincia ai primi Dicembre per esplodere poi alla fine dell’anno. Questo dicembre però nella tribù dei Pantoni è successo qualcosa di inaspettato. Il Rosso ha cominciato a non presentarsi più. Immaginate lo sgomento. Tutti lo cercavano, ma niente, volatilizzato. All’inizio gli altri colori hanno cercato di tamponare laddove possibile, ma chi non si sarebbe accorto che i tramonti non c’erano più, che agli arcobaleni mancava un pezzo, che le coccinelle erano vestite solo di puntini neri, che i semafori non regolavano più il traffico? Per non parlare delle maestre che non potevano più correggere i compiti, ma su quello molti non dissero nulla. La cosa divenne seria quando Babbo Natale in persona, che come ogni anno si provava l’abito per vedere se ancora gli andava bene, andò nell’armadio e vide che della sua bellissima giacca e dei suoi comodissimi pantaloni erano rimasti solo i bordi bianchi. Anche le sue guance erano stranamente pallide e il naso di Rudolph era un normalissimo naso di renna. Come avrebbe fatto a consegnare i regali quest’anno? C’era bisogno di intervenire e così decise di indire una riunione con tutte le creature magiche, Papillini, Diapason, Olfatteri e Pantoni tutti intorno a un tavolo. Dovevano ritrovare il Rosso e riportarlo a casa. Non c’erano storie. L’ultimo che gli aveva parlato era stato un Papillino quando insieme si erano mescolati nel leccalecca alla ciliegia di un bimbo. È vero, non era molto in forma, ricordava il Papillino, diceva che era stanco di tutto quello che succedeva e che lo vedeva coinvolto suo malgrado. Parlava di troppo sangue versato inutilmente. Di troppa rabbia e poco amore che era costretto a impersonare. Troppa sfacciataggine e sempre meno timidezza sul viso delle persone. Poi da allora era scomparso. Un Diapason ricordava di averlo incrociato di sfuggita sul petto di un uccellino cui regolava il cinguettio e poi di averlo visto scappare all’orizzonte mentre il sole si tuffava nel mare. Bene, ricostruendo i fatti, forse Babbo Natale aveva un’idea di dove poterlo trovare. Toccava a lui andare a cercarlo. Le altre creature avevano il loro bel da fare per far sentire meno al mondo la mancanza del Rosso. Così partì una mattina con la sua slitta, direzione Marte, il pianeta Rosso. E lui infatti era là, seduto sul ciglio di quella sfera perfetta a guardare l’universo. Babbo Natale gli si avvicinò, si sedette di fianco a lui e prima di cominciare a parlare estrasse la sua pipa e la caricò. Il momento era solenne, c’era bisogno di prendere del tempo per capire cosa dire e soprattutto per capire cosa fare. Nuvole di fumo nell’aria, qualche luce qui e là, il silenzio del cosmo intorno e il Rosso si sciolse. “So perché sei qui e so anche che tutti si stanno chiedendo il perché di questa mia scelta. Ma dammi un motivo, anche solo uno, per tornare a imbrattare le strade di morte e i visi di livore, quando io sono anche l’amore, la vita, la passione?” In quell’esatto momento un plin-plin attirò la loro attenzione. Era arrivata una nuova letterina a Babbo Natale.
“Caro Babbo Natale
so che avrai molto altro da fare ora, sarai sotto stress per i preparativi, ma da qualche tempo a casa mia succedono cose strane. Mio papà ha un maglione rosso che gli ha fatto la mamma e da qualche tempo non si trova, cioè, si trova ma non è rosso e quindi non è più lo stesso e lui non lo indossa mai. Mia mamma poi si metteva sempre un rossetto bellissimo al mattino che mi faceva sentire bene e quando dava i suoi baci a papà lui rideva. Ora questo non succede più da un pezzo. Io per questo Natale avevo pensato di disegnare loro un cuore gigante, per dirgli che gli volevo bene, ma non ho trovato pastelli rossi. Mi porteresti tutto il rosso che trovi in giro che cerco di risistemare le cose? Però se puoi prima di Natale, così posso fare il mio disegno.”
Nessun commento da parte dei due, solo uno sguardo complice. Babbo Natale passò la pipa al Rosso che gli diede una lunga boccata e infine gli disse “mi dai un passaggio? È ora di tornare.”
Buon Natale a chi sa dare il giusto valore alle cose e a chi sa che senza il rosso questo mondo non sarebbe lo stesso.
Milano, Natale 2014